Sì, lo so, il titolo è impegnativo. Ma vale la pena cercare di approfondire un po’ meglio l’idea di Social Media perché solo comprendendone la natura, e la relazione fra i social e le persone, possiamo pensare di costruire strategie social che funzionano.
Spesso leggo che alla base del successo dei Social Media nella nostra quotidianità c’è il concetto di “riprova sociale“. La tesi della riprova sociale ci dice che le persone, in mancanza di informazioni valide e verificabili, tendono a scegliere come i componenti del loro stesso gruppo sociale hanno già scelto. In sostanza, se non conosco la strada tendo a seguire quelli davanti a me, dando per scontato che quella è la strada giusta e senza domandarmi se loro la strada la conosco davvero.
La riprova sociale è un concetto interessante, ed è certamente un comportamento che nei social trova molto riscontro. Ma è un comportamento nient’altro che questo. Più interessante è comprendere il perché di un comportamento. La riprova sociale nei social funziona perché forte è l’idea di appartenenza a un gruppo, e la riprova sociale ha bisogno che il comportamento da imitare arrivi da persone simili. Non solo, ha bisogno che il comportamento da imitare sia chiaro e disponibile all’occorrenza (e anche questo c’è).
Ma i Social sono qualcosa in più. Il social è una struttura sociale (attenzione non social ma sociale) e si comporta come un vero e proprio sistema. Per comprendere cos’è un sistema c’è una definizione molto interessante di Rosengren che dice: “Un sistema può essere definito come un certo numero di unità o elementi, posti in relazione reciproca tramite una struttura più o meno permanente, tale struttura regola una certa quantità di processi che avvengono all’interno del sistema; questi, a loro volta, esercitano un’influenza costante nei confronti della struttura stessa. Al mutare dei processi anche la struttura tende a modificarsi.” In sostanza i social sono un sistema in cui gli individui sono in relazione fra loro con i loro comportamenti e i loro processi. Questi comportamenti influenzano il sistema che a sua volta influenza i singoli comportamenti. In sostanza tutti i soggetti del sistema contribuiscono alla struttura del sistema e allo stesso modo il sistema influenza il comportamento dei singoli membri del sistema stesso.
I social sono sistemi di comunicazione e relazione.
Quali sono le dinamiche di comunicazione all’interno dei social? Soprattutto, quali sono le dinamiche di relazione all’interno del sistema fra persone e imprese?
I social sono un sistema in cui i comportamenti, i linguaggi e le dinamiche di relazione sono in continuo divenire. Si alimentano dei singoli comportamenti che, a loro volta, sono influenzati dal sistema in cui il singolo è inserito. Pensate a cosa ha fatto Facebook per gestire la quantità di informazioni che in ogni momento vengono inserite nel sistema. È impossibile che possano essere visualizzate tutte. Allora Facebook si comporta come un sistema e ti mostra ciò che fa parte del sistema in cui sei inserito. Ovvero ti mostra solo ciò che può interessarti perché con esso hai dimostrato interesse.
Ma torniamo alla domanda: quali sono le dinamiche di comunicazione all’interno dei social? Soprattutto, quali sono le dinamiche di relazione all’interno del sistema fra persone e imprese?
Cerchiamo di andare con ordine:
Primo: consapevolezza di appartenere a un sistema. Un sistema ha le sue regole (anche se qui cambiano velocemente), regole di linguaggio, regole di interesse. Questo vuol dire che sia il linguaggio sia le regole di relazione devono avere la capacità di adattarsi velocemente.
Secondo: concetti come “riprova sociale”, “autorevolezza”, “scarsità” e così via hanno senso se inseriti in una relazione di comunicazione a due vie. Se utilizzati con soli scopi persuasivi non possono funzionare perché i comportamenti in un sistema sono pensati come collettivi mentre nella persuasione c’è un soggetto che spinge un altro soggetto a un’azione senza che egli stesso la compia.
Terzo: In quanto sistema in continua trasformazione, quello che oggi è importante domani potrebbe non esserlo. Soprattutto c’è il rischio concreto che una sovrabbondanza di messaggi raggiunga l’unico risultato di far diminuire l’attenzione sul messaggio. In sostanza, i social sono più adatti ad essere un luogo dove il pensiero evolve e si alimenta delle singole idee, senza che questo debba per forza generare riflessioni da premio Nobel.
Quarto: il trasferimento delle idee da persona a persona, ovvero la condivisione, genera ogni volta un’informazione nuova, a cui si aggiunge un elemento soggettivo dato dal modo di essere, dalle esperienze e dalla posizione all’interno del sistema di chi contribuisce alla condivisione. Questo vuol dire che le storie, le informazioni, le idee, possono prendere percorsi inaspettati, un po’ come se creassero ogni volta un nuovo universo parallelo.
In conclusione, anche se il discorso potrebbe andare molto avanti, alla base di una strategia Social Media c’è la comprensione del sistema di riferimento con cui relazionarsi. Partire dalla conoscenza del proprio pubblico e, soprattutto, avere una forte identità di impresa. Insomma, essere certi di due cose: chi siamo e con chi vogliamo comunicare.