Storytelling e Social media hanno un legame unico per almeno due ragioni: la prima, perché i social network sono luogo di narrazione delle persone che condividono con altri la loro storia di tutti i giorni. La seconda, perché alla base di una comunicazione efficiente c’è il linguaggio e il modo di ascoltare del pubblico a cui ci rivolgiamo.
Storytelling: narrazione di sé sui social.
Concentriamoci sulle persone, che poi sono alla base di qualsiasi strategia di comunicazione. Chi usa i social condivide con altri la propria vita, le esperienze, i pensieri e le idee e questa condivisione è fatta sotto forma di narrazione. Ci raccontiamo le nostre giornate attraverso testi, foto, immagini o video (anche quando li condividiamo), raccontandoci di sfide da affrontare, obiettivi da raggiungere, alleati a cui chiedere aiuto. E questo lo facciamo dalle piccole alle grandi cose.
Molti si stupiscono del fatto che le persone nei social sono in un modo e nella vita reale sono in un altro. Anche se lo vediamo solo in negativo con persone che nel virtuale si propongono salvatori del mondo e nel reale a stento salverebbero se stessi, questa diversità di comportamenti è tipica di tutti ed è naturale perché nei social riusciamo a vivere un immaginario che i filtri della realtà ci limitano e che ci costringono ad un giudizio ed ad un modo di agire governato dalla logica e dal ragionamento. Sui social diamo spazio al nostro “verosimile”, ad un mondo che forse non è, ma che potrebbe essere.
Se son storie fioriranno.
In un mondo narrante come quello dei social è importante per un’azienda avere una propria storia e avere la capacità (e la voglia) di una narrazione d’impresa, coraggiosa, verosimile, coerente. Uno dei grandi problemi fra azienda e mercato è dato dalla distanza che nel tempo si è creata fra loro. Le persone hanno fatto sempre più caso al fatto che le imprese lavorassero per se stesse e non per i propri clienti. Immagino che qualcuno a questo punto starà sgranando gli occhi e sarà tentato di chiudere il post. Però riflettiamoci. Le persone quando decidono di acquistare un prodotto fanno due scelte:
- la prima in merito al prodotto stesso, immaginandolo nel suo utilizzo e su come migliorerà (o meno) la propria vita. In pratica si raccontano da soli una possibile storia (oppure la cercano ed è per questo che le recensioni sono così importanti).
- la seconda è decidere da chi compreranno, chi saprà dare loro la necessaria fiducia.
Sulla fiducia si gioca la partita vera del mercato. In un mondo social, dove le comunità hanno più forza del singolo, preferiamo dare la nostra fiducia a qualcuno che sentiamo far parte della nostra sfera, del nostro modo di vivere, e questo vale anche quando scegliamo un’azienda. Per fare questo cerchiamo di conoscere e di comprendere se un qualcuno può far parte della nostra sfera sociale.
Storytelling per raccontare, veramente, il proprio essere impresa.
Essere social, dunque, vuol dire saper raccontarsi e saper ascoltare. Ci sono storie che ci attirano e storie che neanche ci toccano. C’è un solo grande segreto per una storia che ci attrae: essere coinvolti in essa, cosa che capita quando troviamo elementi che richiamano il nostro modo di essere, le ambizioni, le esperienze e la capacità di sognare e immaginare. Un’azienda che si racconta in una comunità sociale non è esclusa dal rispetto di questa semplice regola: avere una storia capace di coinvolgere i propri pubblici perché con essi ha idee e modi di approcciare alla vita simili e condivisibili. Questo, chiariamoci bene, non vuol dire negare il fatto di essere impresa e come tale avere degli obiettivi economici, ma vuol dire essere capaci di fare impresa con le persone, mettendo loro al centro e su questo costruire una relazione economica che ha le fondamenta in una condivisione di necessità e di visione. Avrai sentito dire tante volte: “le persone non vogliono un trapano, ma hanno la necessità di fare un buco nel muro e spenderanno i loro soldi per quel buco”, ma questa cosa da sola non basta più: dietro quel “fare un buco” c’è un modo di essere, un modo di immaginare la propria vita, la voglia di essere importante. Le persone hanno bisogno di fidarsi delle aziende da cui acquistano e si fideranno di quelle imprese con cui possono condividere uno stesso modo di essere, perché sanno che condividere una stessa narrazione di se è il miglior modo per capirsi.
È la capacità di condividere necessità e soluzioni quello che le persone si aspettano dalle imprese e sono le singole storie raccontate ogni giorno a far capire al mercato se quella azienda è capace di comprendere le vere necessità di chi deve fare un acquisto, di sapergli proporre la giusta soluzione e di saper essere al suo fianco (un alleato). In fondo anche una spada laser è in grado di fare un buco nel muro. Pensaci.