La storia è quasi sempre la stessa: apro le mie belle pagine su diversi Social Media, trovo sul web qualche guida che mi da le misure per personalizzare i vari elementi come: logo, copertine, formati immagine e mi sento pronto a pubblicare.
Poi, perché l’ho letto su qualche blog, mi domando: a che ora è meglio pubblicare? Quanti post al giorno devo pubblicare? Una volta che hai trovato le risposte ti senti pronto a pubblicare.
Poi, però, sei costretto a fare i conti con una dura realtà e ti chiedi: cosa devo pubblicare? Che tipo di argomenti sono interessanti per il mio pubblico?
Allora, come sempre, succedono due cose: la prima è che i social vengono abbandonati, la seconda, che qualcuno in azienda, lo sfigato di turno, viene incaricato dal capo di pubblicare quello che trova e il poveretto prende i contenuti di altri e li pubblica tramite link. Tanta fatica, zero risultati, tutti a lamentarsi che i social non funzionano. Evviva.

social media come fare piano redazionale

In realtà, la soluzione a questo disastro c’è ed è quella di costruire un piano redazionale e utilizzare quello come guida.
Peccato però che in pochi hanno lavorato in editoria (da dove il concetto di “piano redazionale” viene importato) e lo confondono con un calendario infarcito di titoli da rispettare alla lettera, anche qui, magari, copiando i contenuti di qualcun altro, oppure scaricandosi un calendario dove sono descritte le feste religiose, quelle laiche, quelle di stato, quelle inventate e quelle da inventare (con la scusa che bisogna essere creativi).
Ora, storielle buffe a parte, un piano redazionale deve avere sicuramente un’organizzazione temporale, ma partendo da tre cose importanti.

Tre cose importanti per un piano redazionale efficace.

Vorrei ragionare con te, su tre cose importanti e di base da cui cominciare; tre spunti di riflessione che potranno essere la base del tuo personalissimo piano redazionale.

La prima: il piano redazionale deve indicare il tipo di rapporto che vuoi avere con il pubblico

Assumere una forma con la quale vuoi essere essere riconosciuto dal tuo pubblico. Questo vuol dire che devi avere avere una chiara identità d’azienda, avere individuato i valori del brand che vuoi trasmettere e come tutta questa roba si incastra nella narrazione delle persone e nel loro processo d’acquisto. Ricordati che i social sono un potente strumento per il brand perché facilitano il riconoscimento e costruiscono fiducia.
Ti faccio un esempio che sicuramente aiuta: facciamo finta che sei un ristorante.

Diciamo che per la tua offerta hai puntato sull’idea di cucina a KM0, sulla genuinità di ricette semplici e sulla convivialità di un ambiente familiare. Sono cose in cui credi per cui saranno anche emanazione del tuo brand.
Dunque, nel tuo piano redazionale dovrete raccontare situazioni che incarnano gli elementi che fanno parte del vostro brand. Potrebbe essere un’immagine di un fornitore a KM0 che ti propone dei prodotti, può essere una raccolta di piatti della nonna dove ogni partecipante ai tuoi social ricorda una ricetta della sua infanzia, oppure può essere un momento di festa durante una delle tue serate. In comunicazione gli oggetti che raccontano storie sono tanti: testi, foto, video, disegni ed è il dialogo continuo con la tua area social quello a cui dovete puntare perché è quello che ti aiuta a costruire una relazione.

La seconda: parliamo di quando e come pubblicare sui social.

Non c’è un orario preciso, seguite questa regola. Pensaci un attimo: nella tua vita di tutti i giorni, i social ci sono sempre, nessuno pubblica ad un orario preciso, cosi come non lo fanno i tuoi amici. Quello che tutti facciamo è pubblicare ogni volta che accade qualcosa che ci sembra utile condividere. Essere social vuol dire raccontarsi in ogni momento, senza uno schema, ma ogni volta che vogliamo e possiamo dare un piccolo contributo alla nostra storia. Per questo non c’è un orario preciso, semmai c’è bisogno di spontaneità e di piccole verità.

La terza: il linguaggio da utilizzare nei diversi social.

Da più parti avrai letto che è importante conoscere il linguaggio delle persone ed adattarsi al loro modo di esprimersi, non solo in termini sintattici, ma anche in un contesto semantico di significati. E questa cosa è molto vera. Ma poi è anche importante ricordare che la comunicazione impone che ci sia sempre uno sforzo di comprensione dei due soggetti che comunicano e non bisogna aver timore di questo. Per cui avere un proprio linguaggio, una propria identità visiva, una coerenza di modi di essere, una personalità chiara scelta fra le tante sfaccettature possibili: formali, informali, di narratori in prima persona, di divulgatori o mentori, facilita la costruzione di un rapporto e da forza ai processi comunicativi.
La scelta del linguaggio è importante perché le persone imparano non solo a capirti, ma, ancora più importante, insegnerà alle persone a riconoscerti e quindi ricordarti.

Alla fine un piano redazionale per la gestione dei tuoi social media è importante, ma cerca di guardare oltre le solite regole temporali, cerca di guardare oltre i i tool o i google calendar. Lavora sul vostro brand, impara a conoscerlo, ma soprattutto tieni sempre a mente che nei social la comunicazione è fatta di tante piccole storie che si sommano fra loro. Che poi sono quelle che ogni giorno ci circondano.