Come tutte le cose che leggi su Pensieri a Colori, i post nascono dalle storie che ci girano attorno. Anche oggi che parliamo di blog, partiamo da alcune esperienze.
Quando si parla di web e di come usarlo per migliorare la comunicazione e il business di un’azienda, il capitolo blog c’è sempre. Ma non sempre si riesce a comprenderne a pieno le potenzialità.
Capita che la prima cosa che fa un imprenditore è accendere il computer e aprire i siti dei suoi concorrenti o i suoi fornitori (lo fai anche tu?). Magari roba di secoli fa, non gestita e senza un chiaro pensiero strategico, e dove il blog non c’è, e ti senti dire: “lo vedi, non lo fa nessuno …”.
Ok penso io, dannata riprova sociale. Comunque è sufficiente creare un po’ di “dissonanza” presentando imprenditori che il blog lo usano e con successo, che lo stato di attenzione si ricompone.
Il blog è una voce, la voce dell’impresa.
In fondo è l’aspetto principale, il blog è la voce dell’impresa o del professionista che decide di raccontarsi. Come e cosa raccontare fa parte delle diverse strategie che si vogliono mettere in pratica. La prima cosa è prendere coscienza che anche le imprese hanno una voce e devono dire la loro, non solo è utile per loro, ma in un mercato dove il web ha riscritto la relazione fra persona e impresa, i mercati, in quanto persone, si aspettano questa voce. Insomma si aspettano un blog.
Ma il blog è veramente per tutti?
Ti racconto un caso: un’azienda che noleggia ponteggi nell’edilizia. Il ragionamento fu: ma un’azienda che noleggia i ponteggi che se ne fa di un blog? Racconta l’evoluzione dei tubi innocenti? Qual è il punto. Il blog non è una questione legata al prodotto, ma una questione di personalità. Il blog è per quelle aziende e quei professionisti che hanno compreso che attorno alla loro realtà c’è un mondo di informazioni che devono essere divulgate e che hanno una loro utilità nella scelta di qualsiasi cosa. Dunque si, anche un’azienda che noleggia ponteggi può avere un blog, perché ci saranno persone (i suoi clienti) con cui ha in comune argomenti di cui parlare e informazioni importanti da condividere.
Per capire se un blog è utile dobbiamo partire dal pubblico.
Il blog è una voce, ma non si parla ad una piazza vuota. Continuiamo con l’esempio di prima. Studiando il pubblico, venne fuori che c’erano temi a cui le persone si interessavano, ad esempio il tipo di assicurazione necessaria, se fosse possibile installare della pubblicità, tassazioni e così via. Tutte cose a cui l’impresa era comunque attenta perché erano le domande che ricevevano ogni giorno. Da lì, tirare giù un piano redazionale con tanto di titoli di articoli da realizzare la strada fu più semplice. Se esiste un pubblico che domanda, non avere il blog significa perdere l’occasione di parlargli. Significa, di conseguenza, perdere la possibilità di farsi conoscere e dimostrare di essere una buona soluzione anche come azienda.
Il blog strumento per intercettare la domanda.
Non esiste mercato che non si informa, che cerca in giro le giuste soluzioni per realizzare un suo intento. E dall’altra parte non esiste impresa che vende, se prima non ha dato le giuste risposte e ha convinto i suoi acquirenti con le giuste informazioni.
Come mi è già capitato di dire, “il web è la somma di risposte a domande che ancora devono essere formulate” (lo trovi qui). Il blog è il luogo di alcune risposte, non di tutte certo perché dipende dal tipo di informazione ricercata (per formarsi, per approfondire o per acquistare). Il tema che non devi sottovalutare è l’importanza della risposta alla domanda e del comportamento dietro essa. Una risposta accettata è un atto di fiducia del pubblico, ovvero un primo passo verso la costruzione di una relazione stabile.
Il blog costruisce fiducia fra imprese e mercato.
Spesso nelle strategie di marketing, il concetto di fiducia è lasciato indietro rispetto a strategie legate al singolo prodotto (qualità, efficacia, prezzo e così via). Per loro natura i prodotti sono replicabili, anche rispetto al loro posizionamento, e quindi il punto in cui si concentra la concorrenza. Diversamente, la fiducia in un’impresa è legata alla univocità dell’impresa stessa. Le persone imparano a fidarsi di un soggetto e con esso hanno un rapporto più duraturo, difficilmente aggirabile dalla concorrenza perché senza elementi di confronto paragonabili.
Rinunciare al blog significa rinunciare a conversare con i propri pubblici.
Se rinunci al blog, rinunci a costruire mercati preparati e maggiormente attenti a come e perché scegliere. Soprattutto rinunci a costruire una tua identità d’impresa partendo dai tuoi valori, competenze e idee. Un peccato che ha come pena rimanere nell’anonimato in cui si hanno scarse possibilità di costruire un successo stabile e di lungo periodo.