Tutte le storie cominciano con “C’era una volta”.
Tutte le storie di consulenza cominciano con l’imprenditore di turno che ti dice: “mi raccomando, dobbiamo produrre contenuti di altissima qualità, perché lo sai, Content is King”.
A volte vorresti smettere di fare il lavoro del consulente.
Lo stesso è capitato qualche giorno fa con l’ennesima richiesta di produrre contenuti di qualità. Sai come succede, a volte sei stanco e la capacità di trattenerti svanisce: allora con dei modi un po’ diretti chiedi: “ma tu, sai che tipo di contenuto chiede il tuo pubblico? Ancora meglio, sai cosa interessa ai tuoi clienti?”
La verità è che tutto ruota intorno a questa domanda, e dobbiamo smettere di non avere il coraggio di farla. L’idea di fondo dalla quale bisogna partire è che il web non è altro che una somma di risposte a domande ancora non fatte.
Quando troviamo la risposta di cui abbiamo bisogno, allora siamo in presenza di un contenuto di qualità e questo vale per ognuno di noi. Inoltre, non è un contenuto buono per tutti, ma è buono per me che avevo bisogno di quella specifica risposta. Attenzione: non quella che cercavo, ma di cui avevo bisogno.
La qualità di un contenuto non è oggettiva, ma soggettiva rispetto alle necessità del momento.
Partiamo da questo: il web è un’esperienza personale. Sono io, persona, che entro in contatto con altre realtà. Questo è il punto di partenza se vogliamo parlare di contenuto di qualità. L’esperienza che ognuno ha del web è personale e unica, non importa se si trova fra miliardi di altre persone all’interno della rete, o di un qualsiasi social network.
Poi, le caratteristiche che identificano un giudizio di qualità del contenuto possono essere le più disparate: sto cercando qualcosa di specifico e Google mi fornisce l’informazione necessaria. Oppure sono in una particolare fase della mia vita e mi imbatto in un post su un social network che mi colpisce. O, ancora, vivo un’esperienza simile a una persona a me vicina e sono colpito anche solo da una foto. Le possibilità possono essere innumerevoli, come innumerevoli sono gli stati d’animo che possiamo vivere in un singolo periodo di tempo.
Quando vogliamo creare un contenuto di qualità non dobbiamo mai perdere di vista il fatto che non può esistere il contenuto perfetto, ma esistono persone a cui vogliamo dare una risposta, anche se, addirittura, ancora non ci hanno fatto nessuna domanda.
Facciamo un esempio: non molto tempo fa ci siamo accorti che il sito di un cliente aveva un traffico interno che andava dalla home direttamente alla pagina contatti. Strano vero? Forse non tanto. Era chiaro che per le persone la pagina contatti era importante. Bene. Modificammo la pagina contatti e facemmo in modo che da lì ci fosse la possibilità di contattare l’azienda anche con Messenger, WhatsApp e inserimmo un collegamento rapido a Google Maps. Risultato: un aumento esponenziale dei contatti diretti fra azienda e potenziali clienti che chiedevano informazioni.
Possiamo dire che la pagina dei contatti era, in quel caso, un contenuto di qualità? Sì, perché abbiamo dato alle persone qualcosa di utile da usare e che soddisfaceva una loro necessità.
Certo, questo è un esempio estremo. Ma la cosa importante da capire è che se il nostro contenuto serve alle persone allora è utile, perché permette loro di compiere l’azione che desideravano.
Allo stesso modo, quando creiamo dei contenuti la cosa importante è partire da una domanda precisa: chi è la persona che chiede e cosa chiede? Dopodiché viene: cosa sono in grado di rispondere.
Quando si parla di linguaggio, tono di voce da utilizzare, lunghezza dell’articolo, parole chiave, sinonimi, correlazioni, nella realtà si deve sempre fare riferimento allo stesso semplice interrogativo: chi mi chiede, cosa mi chiede, cosa sono in grado di rispondere.
Cosa mi serve allora per creare un contenuto di qualità?
Il punto di partenza è avere una precisa idea del posizionamento del proprio brand. Poi, conoscere il proprio mercato e i propri clienti. Infine, conoscere il processo d’acquisto e il percorso che le persone fanno per diventare esperte prima di un acquisto. Vediamo nel dettaglio:
Punto di partenza per un contenuto di qualità: avere un’idea precisa del posizionamento del brand.
Intendiamoci sul significato di posizionamento del brand. Un brand posizionato è una marca che ha una sua identità e una sua storia che trova similitudini con le storie dei suoi pubblici. Significa che è un brand che parla con le persone e condivide con esse uno stesso modo di pensare e di intendere le cose.
Se hai chiaro il tuo posizionamento come marca, allora conoscerai il tuo mercato e i tuoi argomenti, i tuoi linguaggi faranno parte della vita delle persone che compongono il tuo mercato.
Il bello è che questa regola vale per qualsiasi categoria merceologica a cui appartieni.
Spesso ci dicono: “eh vabbè, ma tu immagina di fare posizionamento del brand per noi che vendiamo prodotti solo per singoli professionisti e che utilizzano solo in alcuni casi. A che serve curare il brand, tanto loro guardano solo il prezzo”.
Eppure la realtà è diversa: ogni azienda può far parte di un vissuto, può avere idee e punti di vista che sono utili al mercato e che autorizzano l’azienda stessa a far parte di una comunità. Il tema è che le aziende e i mercati hanno bisogno di parlarsi, di scambiarsi esperienze, punti di vista, possibilità di miglioramento. Quando hai un’identità, questo dialogo trova la sua ispirazione.
Allora, prima domanda: qual è il posizionamento del tuo brand? Qual è il dialogo e lo scambio che puoi costruire con i tuoi pubblici? Le risposte a queste domande possono aiutarti a mettere su un primo pilastro per la creazione dei tuoi contenuti di qualità.
Ma andiamo avanti.
Conoscere il proprio mercato e i propri clienti.
Diciamo che se hai curato il tuo posizionamento dovresti conoscere il tuo mercato e i tuoi clienti. Ma capita, più spesso di quanto credi, che gli imprenditori rispondano: “il mio mercato può essere chiunque, io vendo a tutti”. Della serie: non sai veramente nulla dei reali spazi di vendita, di saturazione del mercato, delle possibilità di crescita. Vabbè, in questo caso chiamaci o segui uno dei nostri corsi.
Però, molte volte, la soluzione è lì a portata di mano e sono le tue esperienze dirette con chi acquista già da te. Conoscendo queste persone puoi capire perché hanno scelto la tua azienda o un tuo prodotto, puoi capire a quale offerta commerciale sono più solleciti, puoi capire come sono arrivati a te. Allora, un buon modo è partire da loro. Sai che il tuo mercato potenziale è simile ai tuoi clienti: parla con loro, impara a conoscerli, scopri cosa gli interessa, scopri quanto ci mettono a decidere e che tipo di informazioni usano per decidere. Parti da questo e comincia a creare contenuti utili. I tuoi contenuti di qualità.
Ora, prova a rispondere alla domanda: conosci il tuo mercato e i tuoi clienti ? Puoi descrivere cosa gli interessa? Se la risposta è sì, hai un altro stimolo alla creazione dei tuoi contenuti.
Bene, continuiamo.
Conoscere il processo d’acquisto del tuo pubblico.
Qui le cose si fanno un tantino più complicate.
Il processo d’acquisto sono tutti i comportamenti che una persona mette in atto prima di arrivare ad un acquisto e tutto quello che fa dopo. Semplificando:
- primo passaggio: il momento in cui il brand e una persona si conoscono, vengono in contatto. La persona in qualche modo esprime un bisogno e, dunque, siamo in presenza di una domanda.
- secondo passaggio: il momento in cui, la persona prende in considerazione gli argomenti del brand e valuta la sua offerta. Le serve? Non le serve? Risolve un problema e porta un beneficio?
- terzo passaggio: il momento in cui la persona acquista. Sì, è un bel momento, perché è in questo momento che il fatturato cresce. Ma non lasciamolo andare così. Perché la persona ha acquistato da noi? Si è fidata del brand? Ha valutato il customer service? Ha emulato il comportamento di un’altra persona che fa parte della sua sfera sociale? Sono domande le cui risposte sono importanti, perché ti mostrano dove stai agendo bene o anche dove è solo un caso che ci sia stato un’acquisto.
- quarto passaggio: il momento della soddisfazione per l’acquisto fatto. Forse non lo sai, ma sempre, dopo un acquisto c’è una fase di pentimento. È un momento delicato perché il tuo prodotto deve dimostrare di essere stata la scelta giusta. Quello che avviene dopo, nel bene e nel male, dipende dall’esperienza d’acquisto che la persona ha vissuto.
- quinto passaggio: il momento in cui la persona decide di fidarsi del marchio o dell’azienda, nel caso in cui l’esperienza di prodotto sia stata positiva, oppure decide che acquistare quel prodotto da quell’azienda è stata un’idea sciagurata. Come si comporterà quella persona? Acquisterà di nuovo, o fuggirà a gambe levate? Consiglierà la tua azienda o ne parlerà male con chiunque si troverà a parlare?
- sesto passaggio: advocacy. Il momento in cui i tuoi clienti (ma anche non clienti, ma è un discorso diverso) diventano partecipi del tuo marchio, ti accettano come parte della loro vita (sarebbe meglio dire della loro narrazione). Se qui accade la magia (anche se è frutto di strategia) allora hai vinto. E questo è il vero e unico passaparola a cui devi aspirare.
Ognuno di questi passaggi ha bisogno di contenuti che devono essere interpretati rispetto al momento in cui la persona si trova. Un contenuto di vendita viene giudicato aggressivo se la persona si trova nelle prime fasi, ma quello stesso contenuto potrebbe essere perfetto, ovvero un contenuto di qualità, se la persona vuole acquistare.
Capisci quanto è importante conoscere il processo d’acquisto, perché se il contenuto non si adatta al momento in cui la persona si trova, allora il contenuto sarà noioso, inutile e controproducente.
Qui la domanda è fondamentale: conosci il processo d’acquisto del tuo pubblico? Se la risposta è no, non sperare di creare contenuti di qualità. Ma se è sì, sei un passo avanti. Lavora sodo e non essere timido.
C’è altro da dire? Sì, tantissimo.
Potremmo ragionare sulla forma dei contenuti, di attività di SEO per far in modo che il tuo contenuto venga trovato da chi cerca, potremmo parlare di brand narrativi e di come si scrivono i testi. Ma questo è un post di un blog e non si può parlare di tutto, magari in qualche altro articolo.
Però quest’articolo può stimolarti ad approfondire e a ragionare meglio su cosa sono per te, e non per altri, i contenuti di qualità. Così, alla fine, potrai investire i tuoi soldi in maniera più consapevole e puntare a risultati concreti con maggiori probabilità di successo.
Dai allora e, come sempre, buon lavoro.